venerdì 30 ottobre 2015

Is Animeddas, Su Mortu Mortu: Halloween in Sardegna

Prima della globalizzazione dell’anglosassone festa di Halloween, in Sardegna la commemorazione dei morti aveva altri nomi. La coincidenza del periodo fa pensare a tradizioni comuni che si perdono nella notte dei tempi, prima ancora che le religioni istituzionalizzassero le ricorrenze, quando l’uomo viveva con il ritmo delle stagioni.


Ogni anno, per la festa di Ognissanti, si animano nell'Isola antichi riti, denoninati "Su mortu mortu", "Is Animeddas", "Su Prugadoriu" o "Is Panixeddas", che prendono spunto dalle leggende relative alle anime dei morti.



Narra la leggenda che, in occasione della notte dedicata a tutti i defunti, le anime dei trapassati abbiano libera circolazione fra i vivi. Tali leggende, durante i secoli, hanno assunto la forma di misteriosi quanto simpatici riti a uso e consumo dei bambini e dei ragazzi che percorrono le stradine dei paesi della Sardegna, con i volti macchiati dal nero del carbone, reclamando dai residenti dolciumi e frutta secca al suono della litania "seus benius po is animeddas, mi das fait po praxeri is animeddas?"o "Seu su mortu mortu". Nella notte, nelle case in cui la tradizione è tenuta maggiormente in gran conto, si accendono piccole lanterne (lantias) e si lasciano le tavole apparecchiate perchè le anime possano sentirsi a casa.
Le numerose leggende trovano inoltre riscontro nelle testimonianze archeologiche, come le tombe dei giganti o le domus de Janas (case delle fate), presenti sul tutto il territorio dell'Isola, e nell'architettura medievale. Il basilisco, uno degli animali fantastici più interessanti e inquietanti del bestiario medievale, si è a lungo identificato in Sardegna con una versione nostrana chiamata iscurtone o sculzone.

2 commenti:

  1. Belle, is animeddas. E delizioso su mortu mortu, Ma non è la religione che li cancella: è il centro commerciale, che si mangia ogni cosa. Ma bravo, e grazie.

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