Ogni anno, per la festa di Ognissanti, si animano nell'Isola antichi riti, denoninati "Su mortu mortu", "Is Animeddas", "Su Prugadoriu" o "Is Panixeddas", che prendono spunto dalle leggende relative alle anime dei morti.
Narra la leggenda che, in occasione della notte dedicata a tutti i defunti, le anime dei trapassati abbiano libera circolazione fra i vivi. Tali leggende, durante i secoli, hanno assunto la forma di misteriosi quanto simpatici riti a uso e consumo dei bambini e dei ragazzi che percorrono le stradine dei paesi della Sardegna, con i volti macchiati dal nero del carbone, reclamando dai residenti dolciumi e frutta secca al suono della litania "seus benius po is animeddas, mi das fait po praxeri is animeddas?"o "Seu su mortu mortu". Nella notte, nelle case in cui la tradizione è tenuta maggiormente in gran conto, si accendono piccole lanterne (lantias) e si lasciano le tavole apparecchiate perchè le anime possano sentirsi a casa.
Le numerose leggende trovano inoltre riscontro nelle testimonianze archeologiche, come le tombe dei giganti o le domus de Janas (case delle fate), presenti sul tutto il territorio dell'Isola, e nell'architettura medievale. Il basilisco, uno degli animali fantastici più interessanti e inquietanti del bestiario medievale, si è a lungo identificato in Sardegna con una versione nostrana chiamata iscurtone o sculzone.
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RispondiEliminaBelle, is animeddas. E delizioso su mortu mortu, Ma non è la religione che li cancella: è il centro commerciale, che si mangia ogni cosa. Ma bravo, e grazie.
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