martedì 5 maggio 2015

Il parco archeologico di Pranu Muttedu, Goni (CA).



LA NOSTRA STORIA....(3.500 A.C.)
A guardare le foto verrebbe da pensare di trovarci a Stonehenge o in uno dei monumenti megalitici presenti sul suolo Britannico, o in Francia.. ed invece, a sorpresa siamo nel Sud Sardegna, a due passi da Cagliari, in località Pranu Mutteddu, vicino al piccolo paese di Goni.

I menhir 











Domus de Janas





Il parco archeologico di Pranu Muttedu si trova nel territorio comunale di Goni (CA).
L’accesso al luogo è situato sulla S.P 23, a pochi chilometri dal paese.
L’area del parco ha un’estensione di circa 200 mila mq. ed è caratterizzata dalla presenza di un notevole numero di menhir, da una serie di tombe a circolo e da diverse domus de janas.
Gli scavi, diretti negli anni ’80 da Enrico Atzeni, hanno portato alla luce numerosi reperti di diversa tipologia e fattura risalenti al neolitico recente (3200- 2800 a.C.); finora non sono state riscontrate contaminazioni risalenti alla civiltà nuragica.
I menhir presenti nel sito sono circa 60, variamente distribuiti in coppie, allineamenti o gruppi.
L’allineamento più importante è formato da 18 menhir ed ha presumibili riferimenti astrali e temporali o collegati al culto degli antenati.
Caratterizzante del parco archeologico è anche la presenza delle cosiddette tombe a “circolo”. Si tratta di tombe a tumulo composte da massi affiancati e sistemati in filari concentrici che dovevano servire da contenimento per la copertura.
La più monumentale tra queste è sicuramente la tomba II, simbolo dell’intera area. Il padiglione d’accesso e le celle sono scavate su grandi blocchi di arenaria trasportati da un altro luogo. Essa ha un diametro di 14, 20 m. ed al suo interno lo spazio è quadripartito; davanti all'entrata si trova un menhir.
La particolarità di questa tomba è la sua “struttura ibrida”: in essa vi sono caratteristiche tipiche sia delle domus de janas (i portelli scolpiti a martellina), sia delle tombe a circolo fino ad arrivare alle successive tombe dei giganti (con un richiamo all’esedra).
Nell’area antistante la tomba II vi è un’ampia distesa di pietre che fanno ipotizzare la presenza, in passato, di un edificio ora distrutto (forse un tempio). Più a sud  e a ovest si trovano altri menhir, alcuni allineati a gruppi di tre, altri singoli aventi un’altezza che va dai 60 cm. ai 2 m.
Poco distante è situata la tomba I. Essa mostra la tipica forma delle sepolture a circolo.
La tomba III invece ha una struttura differente; essa è composta da uno stretto corridoio che termina con un piccolo ambiente quadrangolare capace di contenere una singola sepoltura , delle urne o le ossa dei defunti.
Molto particolari sono anche altre due tombe che si trovano sul versante sud-orientale del parco:
la tomba IV, chiamata la Triade, formata da tre menhir che delimitano una parte di essa;
la tomba V, chiamata Nuraxeddu, avente la camera funeraria di forma rettangolare, costruita con filari di pietra squadrati di medie dimensioni.

(©Orsola Ortu)

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