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Scatto di Valeria Caffiero |
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Scatto di Valeria Caffiero |
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Scatto di Valeria Caffiero |
.......... una Festa antica in onore di Sant'Antonio Abate.
La notte tra il 16 e il 17 gennaio da nord al sud della sardegna ancora si accendono i falò in onore di Sant'Antonio Abate, esponente importante dell'ascetismo egiziano del III secolo d. C. Un culto antico e radicato quello per questo santo, visto dalla collettività cristiana come uno strenuo oppositore dei diavoli e delle fiamme dell'inferno. La leggenda, infatti, racconta che Sant'Antonio avrebbe rubato una favilla incandescente dal Regno degli Inferi per regalarla all'umanità, dotandola, così, del fuoco.
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La notte del 16 gennaio si chiedono al Santo grazie e miracoli in un contesto quasi magico, dominato dall'imponente falò che consuma enormi cataste di legna. Questo rito, che mescola devozione cristiana ad antiche tradizioni pagane, è documentato fin dalla metà del XIX secolo, ma le sue origini sono sicuramente più remote. Dopo i riti liturgici e la benedizione del fuoco, i partecipanti stazionano di fronte ad esso, intenti ad intessere conversazioni, cantare, gustare dolci ed assaporare vini offerti dalla comunità. Il fuoco arde tutta la notte: sarà il disegno del fumo emanato a suggerire auspici e profezie.
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