Una delle più celebri, ben conservate e rappresentative
testimonianze megalitiche della civiltà nuragica è immersa nel verde della
Sardegna centro-occidentale
Foto di Valeria Caffiero
Il nome originario, nurache ‘e losas, significa
‘nuraghe delle tombe’, e fa riferimento alle urne cinerarie romane scavate
nella roccia affiorante ai margini dell’area in cui sorge. La sagoma
inconfondibile del nuraghe Losa si erge sull’altopiano basaltico di Abbasanta,
a cinque chilometri dal piccolo centro dell’Oristanese
Descrizione
Il Losa è una delle espressioni più alte dell'architettura nuragica, per il disegno organico, la compattezza dei volumi e la raffinatezza delle tecniche murarie.
Edificato con blocchi di basalto, è costituito da un mastio e da un bastione trilobato protetto da un antemurale e da un'ulteriore cinta muraria; all'interno della cinta rimangono resti di capanne circolari. Nelle adiacenze avanzano tracce di una tomba di giganti in opera isodoma.
Descrizione
Il Losa è una delle espressioni più alte dell'architettura nuragica, per il disegno organico, la compattezza dei volumi e la raffinatezza delle tecniche murarie.
Edificato con blocchi di basalto, è costituito da un mastio e da un bastione trilobato protetto da un antemurale e da un'ulteriore cinta muraria; all'interno della cinta rimangono resti di capanne circolari. Nelle adiacenze avanzano tracce di una tomba di giganti in opera isodoma.
Storia degli scavi
Le prime campagne di scavo furono effettuate nel 1890 da Filippo Vivanet e Filippo Nissardi. Seguirono, nel 1915, le indagini di Antonio Taramelli, che interessano il villaggio. Negli anni cinquanta Giovanni Lilliu effettuò una prima disamina dei materiali rinvenuti durante gli scavi. Nel 1970 e 1975 gli interventi di scavo, consolidamento e restauro condotti da Ferruccio Barreca permisero di rendere fruibile il sito. Dal 1989 al 1994, Vincenzo Santoni, Paolo Benito Serra e Ginetto Bacco hanno indagato la camera del mastio e parti del bastione.
È situato a breve distanza del tracciato della SS 131 "Carlo Felice", ben visibile dalla strada, fra il km 123 e il km 124, all'altezza dello svincolo per Siniscola (SS 131 dir), sulla destra per chi proviene da Sassari e sulla sinistra per chi proviene da Cagliari: una breve stradina conduce all'ingresso dell'area archeologica
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